Nella stanza di padre Luciano Basilico, che ci ha lasciato da poco, c’erano dipinti, quadretti, non ancora finiti. Il soggetto più o meno simile, ma di forme diverse, rappresentante la Madonna. Padre Luciano amava dipingere e maggiormente riprodurre soggetti religiosi con il pirografo una specie di saldatore a stagno con punte particolari che con il calore rovente lascia tracce bruciate sul legno, metallo o altro materiale: portava al collo una croce di cuoio da lui pirografata.

E allora, al di là della sua prima vocazione quella missionaria passata in Brasile, possiamo domandarci cos’era quest’altra vocazione d’artista in lui? Certo, per i suoi quadri, preferiva un soggetto materno. Anche perché lo ritrovava immancabilmente nelle quotidiane recite dei rosari e del Magnificat. Non di meno maggiormente interessato al metodo con cui lo affrontava. Se per lui fosse stato importante soltanto il soggetto, allora tutte le sue Madonne sarebbero state uguali come litanie e non lo sono. Ovviamente di fronte a un quadro ci si domanda cosa rappresenta: certo una Madonna, un Gesù … Però quello che li rende unici è il modo con cui li si raffigura, la sintassi dell'artista. E’ lì che qualsiasi cosa può trasformarsi in arte.

Di sicuro padre Luciano pensava “Più acquisto tecnica con il pirografo e più si riuscirò a comunicare meglio il messaggio cristiano". La sua personale e artistica grammatica era composta da sottili e precisi tratti narrativi, a volte contorni che odorano di bruciato, a volte dipinti. Senz’altro per lui era un altro modo di fare missione. A dir la verità poco considerato e apprezzato e lui stesso se ne dispiaceva. Certo erano immagini da trasmettere a gente semplice, come poteva essere un contadino brasiliano o un devoto cristiano, ma sempre percepite come opere d’arte e uniche. Non appartenevano al genere del piacere, ma dell'amare.

Possiamo immaginare come sarebbe stato un suo testamento artistico. “Oggi anche l’arte sacra è laica, ma questo non vuol dire che un soggetto religioso non possa essere riprodotto su un qualsiasi supporto da un missionario. Certo meglio se il soggetto è la Madonna, nostra Madre e Gesù nostro Fratello. Il Crocifisso poi deve essere sempre riprodotto. Ma averlo fatto con un pirografo è stato veramente originale!!! Passatempo? Forse. Della vecchia età? Senz'altro. Ma anche uno stimolo per ricordare le origini della storia della salvezza e quelle volte che è stata ben riprodotta, artisticamente si capisce, validissimo messaggio comunicato ad altri”.

A Rancio nella camera di padre Luciano c’era una finestra da dove poteva vedere la chiesetta sul San Martino, uno spuntone roccioso che si erge sul Lago (o ramo) di Lecco. Finestra spesso chiusa in questi mesi invernali negli ultimi giorni appariva pure come un quadro dal vetro smorto. Eppure chissà quante volte, aprendola, ha immaginato di salire là, come pellegrino e non come turista, e appendere lassù un quadro con un volto colorito e familiare. Già, possiamo solo fantasticare guardando quei quadretti rimasti incompiuti nella sua stanza perché la loro vera natura non c’è più. Se ne è andata con chi li ha prodotti.