La provincia di Lecco ha dato molti missionari al Pime che noi cerchiamo di ricordare. Naturalmente i primi che ci sono venuti in mente sono quattro: Giovanni Mazzucconi, di Rancio di Lecco, che sognava di andare altrove o forse ove c'era altro, altri a cui leggere e far capire la Buona Novella, per poi rimanerne perso per sempre in una sperduta isola papuana, paradiso e inferno allo stesso tempo. Augusto Gianola di Laorca, e là seppellito nel piccolo cimitero sotto il Medale da lui scalato chissà quante volte da giovane. Poi stregato dalla piatta Amazzonia con i suoi fiumi e mangrovie, luoghi senza voci di umani taglia foreste ma con sussurri divini. E che dire dell'umile fratel Felice Tantartini, di Introbio, ex prigioniero di guerra e poi del Pime in Birmania, ora chiamata Myanmar, falegname e fabbro come nella bottega di Giuseppe e Gesù. Infine Fausto Tentorio di Santa Maria Hoè, ucciso nel 2011 nell'isola, già un'altra isola, quella di Mindanao nelle filippine mentre cercava di far capire che anche i tribali e la foresta avevano bisogno di respiro, silenzio, protezione e un po' di attenzione. Ma ce ne vengono in mente altri adesso come Giuseppe Marinoni di Lecco, parroco a Castello che nella metà dell'800 guiderà il Pime nei suoi primi 40 anni, Ferruccio Corti nato a Rancio missionario in Cina e poi formatore di missionari in Portogallo, Alessandro Ripamonti di Costa Masnaga e uno dei primi sette ... e altri forse emergeranno dal passato. Chissà?