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P. Ferruccio Corti, figlio di Luigi e di Gesuina Sormani, nato a Rancio di Lecco (Como) il 23-11-1879, entrato nell’Istituto il 4-4-1900, ordinato sacerdote il 19-9-1902, partito per Weihwei il 16-9-1903, direttore spirituale del Seminario per le Missioni di Cucujaes, Portogallo, dal 9-3-1931 al 15-8-1935, morto a Rancio di Lecco (Como) il 9-3-1972.

Studiò nei seminari diocesani milanesi fino al 1900 quando entrò nel seminario delle Missioni Estere dove terminò la teologia. Ordinato sacerdote nel 1902, l’anno seguente partiva per la Cina. Là era aspettato dal Vescovo di Weihwei (Honan) che gli affidò la direzione del seminario della Diocesi. Padre Ferruccio vi avrebbe lavorato tutto solo (i missionari erano pochi), desideroso di dare alla Cina sacerdoti indigeni preparati e eccellenti. Questa speranza gli alleggeriva, anzi gli rendeva dolce l’aspra fatica quotidiana di bidello e infermiere, prefetto e rettore, maestro di latino ai piccoli, e ai grandi professore di scienze sacre e profane. Dopo vent’anni, egli poteva presentare al Vescovo, pronti per l’ordinamento sacerdotale, sei giovani di cui tutti loderanno l’ottima preparazione spirituale, pastorale e scientifica. Padre Ferruccio non poteva desiderare alle sue fatiche corona più bella. Nel 1924, tuttavia, è richiamato a Milano dal Capitolo Generale che lo vuole membro nella direzione dell’Istituto.

Un anno dopo nel 1925 Pio XI lo chiama a Roma perché metta a disposizione la sua competenza in storia cinese e arte orientale durante l’allestimento del l’Esposizione Mondiale Missionaria (ancora oggi il Pime è presente nel settore espositivo dei reperti antropologici dei musei vaticani con p.Nicola Mapelli di Sartirana, LC). Nel 1931 p. Ferruccio è a Cucujaes, in Portogallo, come direttore spirituale nel Seminario delle Missioni Estere (Sociedade Missionaria da Boa Nova) che Pio XI ha voluto aprire espressamente per avere dei missionari a sua disposizione, fuori di ogni ingerenza del governo portoghese. Più tardi Padre Ferruccio sarà a servizio della Santa Sede nei seminari regionali di Salerno e Benevento. Durante la guerra mondiale, il Cardinal Schuster ai parroci rimasti senza coadiutore suggerisce di raccomandarsi ai missionari di via Monterosa che “mentre aspettano di andare tra gli infedeli da convertire, volentieri si prestano per il bene dei fedeli”. E padre Ferruccio va a Giovenzana presso il fratello don Riccardo parroco, 70 anni. Questi, tuttavia da tempo sta assistendo clandestinamente i partigiani, finché un giorno un drappello di soldati nazisti picchia con il calcio del fucile alla porta della casa parrocchiale. Don Riccardo apre la porta e viene portato via bruscamente. Sopraggiunse allora padre Ferruccio che cerca di difendere il fratello, ma anche lui venne brutalmente schiaffeggiato, preso per la barba e portato via. Furono processati entrambi: don Riccardo condannato ai lavori forzati in Germania (Mauthausen), poi liberato diciassette mesi dopo per l’intervento personale del Cardinale Idelfonso Schuster, Arcivescovo di Milano mentre padre Ferruccio ritornerà dopo qualche settimana a Giovenzana e ci rimarrà sino al ritorno e alla morte del fratello.

Agli inizi degli anni sessanta P. Ferruccio si ritira nella “Casa Mazzucconi” a Rancio di Lecco, dove l’Istituto assiste i suoi anziani. Morirà il 9 marzo 1972 a 93 anni. La sua salma riposa nel cimitero del Pime a Grugana, Merate.

 

1. Dal Vincolo del PIME nr.104 p.75

2. Dal “ Cronicon” della parrocchia di San Donnino martire in Giovenzana