padre Fausto Tentorio, Filippine

Gli sparò a bruciapelo con una pistola, colpendolo alla testa e alla schiena mentre usciva dalla parrocchia di Arakan per andare a un incontro diocesano. Il killer, un uomo dal volto coperto, fuggì in motocicletta con un complice che lo stava aspettando.

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Padre Fausto Tentorio, missionario del Pime, è morto così, alle 8 di mattina del 17 ottobre 2011. Aveva 59 anni. Si trovava dal 1979 nell’isola di Mindanao, chiamata “il Far West delle Filippine”: centomila ettari di foreste, fondi coltivati a frutta e, soprattutto, miniere d’oro e rame. Campi fecondi, “requisiti” da gruppi di coloni venuti da fuori, usurpatori che volevano cacciare gli indigeni “manobo” dalle loro terre. Era con gli “ultimi” che padre Fausto svolgeva la sua missione: li riunì in cooperative agricole, convinse il governo di Manila a riconoscere loro quelle antiche terre a far bloccare tutte le attività minerarie. Viveva in una capanna di bambù col tetto di lamiera, sfidava le epidemie, le guerre, gli assalti delle bande criminali al soldo di ricchi imprenditori. Fu minacciato, pe quello che stava facendo, ma non si volle fermare. E per questo fu ucciso. La sua storia è raccontata nel libro Fausto Tentorio, martire per la giustizia (edizioni San Paolo, pagine 112, euro 12,00), di Giorgio Bernardelli. Pubblichiamo qui a fianco ampi stralci della prefazione del cardinale Gianfranco Ravasi.  (Fulvio Fulvi)

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"Domenica 21 settembre 2014: in una luminosa mattinata ero in Brianza, a Santa Maria Hoè, il luogo di nascita di mia madre e l’orizzonte più caro dei ricordi estivi della mia infanzia, adolescenza e giovinezza. In quel giorno ero stato invitato a celebrare il centenario della parrocchia che aveva come sede la splendida chiesa appartenente in passato ai Servi di Maria, dedicata all’Addolorata e a Sant’Antonio abate. Al termine della Messa solenne, tutta la comunità si era raccolta nell’ampia piazza antistante che da quel giorno si sarebbe trasformata in “piazza padre Fausto Tentorio”. In quei momenti, mentre si snodavano i discorsi commemorativi e le testimonianze, circondati come eravamo dalle colline verdeggianti della Brianza, avvolti dal sole del primo autunno, davanti a me passavano in dissolvenza tante immagini intense e irrevocabili di mezzo secolo prima.

E il volto di padre Fausto era ancora per me quello esile ma vivace di allora, come lo era il suo corpo di ragazzino che ogni mattina, dopo la Messa dell’alba, era di fronte a me, seduto sui gradini dell’antico coro monastico ad ascoltarmi".

Padre Fausto Tentorio era nato a Santa Maria Hoè, LC il 7 gennaio 1952. Entrato giovanissimo nel seminario diocesano di Milano, al terzo anno di teologia passava al PIME e ordinato nel 1977 partiva per l'isola di Mindanao, Filippine l'anno successivo.

 “Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio”. (Michea 6:8). Questo è il passo biblico che si legge nelle ultime volontà del suo testamento.

La croce di Cristo piantata nella storia ne è la gloriosa dimostrazione, come lo è la bara di padre Fausto «costruita col legno di mogano che ho piantato qui in Arakan», per usare le parole del suo testamento. Proprio per questo egli continua a testimoniare indirettamente la sua carità sia attraverso la Fondazione a lui dedicata, sia attraverso l’associazione Non dimentichiamo padre Fausto” che ha sede proprio in quel paese di Santa Maria Hoè da cui è sbocciata la vita di Fausto Tentorio.

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Martirio in Cina di Giancarlo Politi con la collaborazione di Angelo S. Lazzarotto Pimedit, Milano 2016 - pagine 128 - € 9,50

Con questa semplice pubblicazione viene rievocata l'esperienza di sei missionari del Pontificio Istituto Missioni Estere, uccisi a metà del secolo scorso, mentre annunciavano la parola del Vangelo al popolo di Cina. Sono pagine disadorne che, nel complesso contesto culturale e politico di quel lontano Paese, parlano di quotidiane esperienze intrise anche di emergenze e di crisi. Si rimane stupiti della ricchezza interiore che traspira da queste "persone normali", facendone testimoni credibili dello stesso Maestro e Signore.

Giancarlo Politi, missionario del PIME, ha vissuto 23 anni a Hong Kong ed è uno dei più grandi conoscitori del cristianesimo in Cina oltre che di cultura e lingua cinese. Dopo 8 anni come direttore della rivista "Mondo e Missione" e del Centro di cultura e animazione missionaria PIME di Milano, nel 2001 viene incaricato di seguire la Cina presso la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Quindi si trasferisce nel Seminario teologico internazionale PIME di Monza come direttore spirituale. Nel 2016, ha celebrato i cinquant'anni di sacerdozio. È autore del libro Martiri in Cina. Noi non possiamo tacere (EMI).

Angelo S. Lazzarotto, missionario del PIME, ha lavorato a Hong Kong per una quindicina di anni, in due periodi. Membro per 12 anni della Direzione Generale dell'Istituto, è stato anche Rettore del Collegio Urbano di Propaganda Fide e responsabile della Sezione Asia del Centro unitario missionario della CEI. È autore di numerosi articoli e studi sull'evangelizzazione in Cina. Nel 2015 l'Università Cattolica di Milano gli ha conferito il Premio Matteo Ricci.