Fuori dal proprio mondo
I missionari del PIME escono ovunque in campo aperto, al di fuori dei confini della propria nazione, dal proprio territorio e dall'ambiente nativo. Area preferenziale è l'Asia dove vive il 60% dell'umanità e i cattolici sono solo il 3%. Nell’enciclica “Redemptoris Missio” si dice che specialmente in Asia ci sono vaste zone non evangelizzate, interi popoli e aree culturali di grande importanza, intere nazioni non ancora raggiunte dall’annuncio evangelico. Compito del PIME è quindi aiutare la Chiesa locale e i suoi vescovi, quando questi lo richiedono, nell'amministrazione pastorale di territori in particolari difficoltà materiali e spirituali.
E' innegabile che l'apparizione di Gesù, trasmessa dagli apostoli per mezzo del Vangelo e poi da coloro che hanno continuato la loro opera continua anche oggi producendo nuove dimensioni, che, anche se si materializzano in aree concrete, vanno al di là e proseguono nel campo spirituale. La millenaria Fede sembra accelerare il processo meditativo più nei singoli e nell'umanità che nelle antiche e complesse istituzioni religiose. A volte senza una chiara direzione se non quella proposta dalla propria coscienza. Fino a dove si spingerà? Dio solo lo sa e tuttavia in questa evoluzione la missione cristiana dovrà cambiare passo e passare ad altri livelli, non certo percorrere solo quelli materiali o territoriali oramai conquistati dai trasporti, dai massmedia, dalla scienza e dalla tecnologia. Livelli che, in altri campi per esempio, spingono alla ricerca di percorsi nelle ragnatele del DNA, della psicosi e nelle galassie a infiniti miliardi di anni luce. I nuovi missionari dovranno allargare la mente e introdursi maggiormente nella coscienza e nel cuore del mondo ancora sconosciuto (ma non a Dio), sempre possibile (ma non ancora) retaggio di nuovi e falsi profeti semi-dei. Territorio immenso ancora da conquistare come ago in un pagliaio.